Lo scorso 31 gennaio è terminato il periodo di compilazione del questionario lanciato dal progetto AForClimate. L’obiettivo dell’iniziativa è di raccogliere informazioni per meglio costruire e calibrare le “Linee guida per l'adattamento della gestione forestale ai cambiamenti climatici” previste dal Progetto (Azione C3).

In particolare, buona parte del questionario è stata ideata per comprendere la percezione di tecnici e gestori forestali a riguardo dell’impatto del cambiamento climatico sulle foreste e la loro opinione rispetto a possibili soluzioni per aumentarne l’adattamento.

L’iniziativa ha riscosso grande successo: sono stati ben 246 gli stakeholder del progetto che hanno compilato il questionario, nonostante la sua lunghezza e complessità.

La distribuzione geografica del campione mostra un’ottima omogeneità: il 16% proviene dal Nord-Ovest, il 29% dal Nord-Est, un altro 29% dal Centro, il 19% dal Sud e il 7% dalle Isole.

Interessante anche la distribuzione del campione per professione, che mostra una buona variabilità. Prevale la categoria “Ricercatori / Docenti universitari” (28,5%), seguita dalle categorie “Liberi professionisti/ Gestori di foreste private”, “Funzionari Pubbliche Amministrazioni” e “Studenti”, entrambe al 17% circa. Un po’ meno rappresentate, ma comunque presenti con il 5% circa del campione le categorie “Gestori di foreste pubbliche” e “Proprietari forestali privati”.

Dal questionario, che sarà elaborato nelle prossime settimane, si potranno trarre informazioni molto interessanti per quanto riguarda la percezione del problema e l’efficacia di possibili soluzioni.

A titolo di esempio si segnala che, in generale, nel settore forestale prevale una percezione assai negativa dell’impatto del cambiamento climatico sulla funzionalità degli ecosistemi forestali.

A breve termine (orizzonte temporale di 20 anni) il 68,3% del campione considera l’impatto come “negativo” e il 10,6% come “decisamente negativo”. Solo il 14,6% considera che il cambiamento climatico “non avrà alcun impatto” sulle foreste.

In un orizzonte temporale di medio termine (tra 20-50 anni) cresce decisamente la percentuale di chi ritiene che il cambiamento climatico avrà un impatto “decisamente negativo” (30,9%) e cala chi pensa che “non avrà alcun impatto” (3,3%).

In orizzonte temporale di lungo termine infine (tra 50-100 anni), cresce sensibilmente la percentuale di chi “non ha un’idea chiara a riguardo” (13,8%) ma crescono ancora le risposte relative ad un impatto “decisamente negativo” (48%). 

In tutti e tre gli orizzonti temporali le risposte “negativo” e “decisamente negativo” sommate assieme superano sempre il 77%. È evidente quindi la percezione degli addetti ai lavori del settore forestale, che considerano nella stragrande maggioranza dei casi il cambiamento climatico come un problema molto serio per il futuro delle foreste italiane. Di conseguenza, c’è molta attenzione su questo tema e tanta attesa per soluzioni e investimenti volti adattare le foreste italiane ai nuovi scenari che il cambiamento climatico sta delineando.